Lavorare tra le vittime della tratta

Vengono in Italia pensando che qualcuno provveda per un buon lavoro e una migliore qualità di vita. Invece vengono obbligate a restare sedute sul ciglio di una strada per ore ogni giorno e a vendere se stesse per pochi euro.

Questa è la realtà delle donne che sono state vittime di tratta di esseri umani in Italia e obbligate a prostituirsi. Negli ultimi due anni, i membri di OM Italia insieme alle volontarie delle chiese locali hanno lavorato per sostenere le ragazze “trattate” e tentato di sensibilizzare le persone sulla loro situazione. Quasi ogni giovedì pomeriggio, due o tre donne del team insieme ad un autista uomo si recano nelle strade a parlare con chi è disposto. La maggior parte delle donne provengono dalla Nigeria. Una delle volontarie afferma che inizialmente sia stato difficile costruire delle relazioni di amicizia, “abbiamo dovuto guadagnare la loro amicizia pian piano. Noi potevamo rappresentare chiunque ai loro occhi ad esempio membri del corpo di polizia. Lentamente hanno iniziato a fidarsi e a vedere che desideravamo semplicemente aiutarle”.

Il team ha lavorato duramente per coinvolgere le donne Nigeriane e cercare di creare un rapporto di amicizia con loro.  Ad ogni uscita il team approccia le donne salutandole per nome e offre loro cibo e bevande. Qualche volta portano regali per il compleanno, vestiti e lezioni d’italiano, in modo tale da aiutare le donne ad inserirsi meglio nella società. Inoltre oltre alla visite settimanali il team trascorre del tempo con loro fuori, portandole in spiaggia, o in chiesa.

Attualmente il team è ben accetto dalle donne e molte di loro quando stanno con la squadra si sentono abbastanza al sicuro e a loro agio. Hanno acquisito abbastanza fiducia nel sentirsi libere di poter raccontare le loro storie.

La coordinatrice del team, Taina Moisander, dice che “uno dei bisogni più importanti è trasmettere alle donne quale sia il loro valore, aiutarle a trovare uno scopo in Cristo e a capire che il loro destino non è la prostituzione ma che esiste una via di uscita.”

Il numero delle donne coinvolte nella tratta di esseri umani è in continuo aumento. Simona Moscarelli, esperta dell’anti-tratta e membro dell’organizzazione Internazionale per l’Emigrazione afferma che “quello che stiamo vedendo in questo momento, in termini di numeri è senza precedenti. Prima le donne venivano sfruttate ma esisteva la possibilità che pagassero il loro debito e potessero tornare libere. Ora queste donne sono realmente schiave e soggette ad una violenza terribile. L’età media delle donne è sempre più giovane, infatti la maggior parte di loro che arrivano con le barche sono classificate come minori non accompagnati.”

I trafficanti sfruttano la povertà, la discriminazione, la mancanza di opportunità per donne, dando loro false promesse di una vita migliore in Europa. Alcune donne vengono vendute dai proprio familiari. Le donne vengono di solito portate in Italia via mare e viene detto loro che per estinguere il loro debito devono vendere loro stesse. Il debito delle donne, in cambio del passaggio in Italia e del lavoro promesso, è superiore a €30.000.

I trafficanti utilizzano minacce e  riti vodoo per terrorizzare le donne e tenerle sulla strada. Viene detto loro che se provano a fuggire la loro famiglia sarà uccisa o saranno maledette tramite dei riti voodoo. Prima di partire le donne sono spesso obbligate a consegnare ai trafficanti delle mutande e un po’ di loro sangue da usare eventualmente in un rito voodoo che potrebbe ucciderle o farle impazzire.

Lavorare con le vittime di tratta a scopo sessuale non è sempre facile per il team di OM, soprattutto quando si inizia ad avere un’idea della reale grandezza del problema. La parte più difficile del loro ministero è il fatto di dover accettare che non potranno aiutare tutti. Guardando verso il futuro, Taina spera di essere in grado di poter prendersi cura delle donne in modo più olistico “creando una rete di persone che sia in grado di rispondere ai diversi bisogni del ministero e che sia altrettanto capace di supportare gli individui una volta usciti dalla strada. Inoltre poter offrire un aiuto spirituale e psicologico per facilitare l’integrazione sociale ed economica delle vittime della tratta.”