Durante la prima edizione del campo estivo dell’English Sport Camp a Fucecchio (FI), dal tema “Rock my World” ogni giorno abbiamo letto insieme una storia della Bibbia per cercare di trarne un insegnamento, una lezione di vita per i ragazzi dai 5 ai 15 anni.
In realtà il dubbio che ci ascoltassero mi è venuto più volte durante la settimana, tra una battuta e l’altra, tra uno sguardo perso nel vuoto e domande del genere “tra quanto mangiamo?” o “tra quanto finisce la storia?”.
Quel giorno si parlava del “Buon Samaritano”. Avevamo appena finito di raccontare delle rivalità tra Samaritani ed Ebrei, ma di come proprio un Samaritano non si sia tirato indietro di fronte al bisogno di un Ebreo, ferito e mezzo morto sul bordo della strada. “E se fosse toccato a noi? Cosa avremmo fatto?” Chiedo ai ragazzi, sfidandoli un attimo a pensare se in fondo anche a noi fosse capitato di tirarci indietro di fronte al bisogno di un compagno di scuola un po’ introverso, di fronte agli immigrati o a tutte quelle categorie così lontane dai nostri standard… magari abbiamo anche infierito su qualcuno di questi, persino lì, durante il campo estivo! Tutti annuiscono e ammettono di non essersi comportati sempre correttamente, ma un ragazzo in particolare non mi fa nemmeno finire di parlare, si alza e chiede scusa ad un altro ragazzo che aveva preso in giro il giorno precedente, lo abbraccia. In rapida successione tutti i ragazzi cominciano a scusarsi a vicenda. Io resto commosso e sorpreso: la parola di Dio ha colpito ancora.
Questo è solo uno dei bei esempi di cui siamo stati testimoni durante il campo, al quale hanno partecipato 70 ragazzi provenienti soprattutto da famiglie non cristiane, organizzato dall’associazione “L’albero della vita” di Gianni e Licia Saillen, la famiglia Vitter di OM Italia e la chiesa di Fucecchio. L’evento è stata la degna conclusione di un progetto di dopo-scuola andato avanti per tutto l’anno nei locali della chiesa a Fucecchio che ha permesso di sviluppare contatti con molte delle famiglie della zona, offrendo loro non solo aiuto per lo studio, ma anche la possibilità di fare sport, trasmettendo ai partecipanti valori cristiani fondamentali come: l’amore, il rispetto reciproco, l’impegno per il prossimo e la comunità locale.
A rendere ancora più bello il campo estivo, ed arricchirlo con la possibilità di praticare la lingua inglese, ha contribuito un gruppo di volontari degli Stati Uniti che hanno principalmente lavorato come allenatori per le diverse discipline sportive: calcio, baseball, football e volley. A turno 2 volte al giorno ognuno dei 6 team in cui erano suddivisi i ragazzi ha avuto la possibilità sperimentare ed imparare le regole dei 4 sport e di sfidarsi in un mini-torneo nella giornata di Venerdì. Alle attività sportive sono state aggiunte attività meno faticose da svolgere all’ombra durante le ore più calde della giornata: lavoretti a mano e piccole coreografie su canzoni in lingue inglese.
Entusiasti i genitori dei ragazzi a fine settimana hanno preso parte alla festa conclusiva facendo sport insieme ai propri figli e vedendo alcune delle coreografie imparate durante la settimana. Un entusiasmo tanto genuino da portare alcune delle mamme a preparare una bellissima e grande torta celebrativa con sopra disegnato il logo del campo estivo. Un entusiasmo così bello e travolgente da sorprendere gli organizzatori stessi che hanno persino ricevuto donazioni in denaro da parte di alcune famiglie in modo da poter aiutare quei ragazzi che altrimenti non avrebbero avuto le possibilità economiche per partecipare. Un esempio meraviglioso di comunità e di servizio alla comunità. Questo è l’esempio migliore di Chiesa, questo è ciò che siamo chiamati a fare come cristiani: predicare la Sua parola non solo verbalmente ma soprattutto con l’esempio pratico, in ogni contesto in cui ci troviamo.